Lo aveva detto a maggio il Forum Pa, ora lo ribadisce l’Ocse. L’Italia è il paese con la più alta percentuale di impiegati al di sopra dei 55 anni nelle amministrazioni pubbliche.
Con riferimento al 2015, più del 45% ha oltre 55 anni con un sensibile aumento rispetto al 2010 quando la percentuale era del 31%. La media Ocse sfiora il 25%. Inoltre nel 2015 il compenso medio dei dirigenti è stato di circa 347.000 euro: dopo l’Australia è il dato più alto rispetto alla media degli altri paesi con circa 203.000 euro.
Contenuti gli stipendi degli impiegati pubblici che, secondo l’Ocse, percepiscono in media 67.900 dollari all’anno, una cifra più bassa rispetto agli 88.700 dollari nella zona Ocse.
La causa è da imputare non solo al blocco delle assunzioni, che ha contribuito a far diventare il settore quasi una casta chiusa dove per le nuove generazioni non c’è posto, ma anche della riforma Fornero. Si pensi che, sempre secondo l’Ocse, l’Italia ha anche la quota più bassa di giovani che lavorano per la pubblica amministrazione, solo il 2% tra i 18 ei 34 anni.
Un quadro questo che sottolinea quanto siano urgenti per il nostro paese seri investimenti per i rinnovi contrattuali e per lo sblocco del turn over.
Almeno un dato positivo, però, c’è e riguarda l’occupazione femminile: l’Italia, insieme alla Danimarca, la Grecia, il Belgio e la Spagna, ha mantenuto un equilibrio di genere, con una presenza femminile tra il 51 e il 52%. La media Ocse è del 53%.