di Laura Tecce

Ci provò già nell’aprile 2015 la terza carica dello Stato, Laura Boldrini, a lanciare la sua crociata contro i monumenti recanti fregi e scritte risalenti all’epoca fascista. Nella fattispecie, a urtare la sensibilità dell’ex portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, era stata la scritta “Mussolini Dux” impressa sull’obelisco del Foro Italico a Roma, datato 1932. La soluzione? Cancellarla. Cancellare un pezzo della nostra storia e sfregiare migliaia di monumenti – perché ovviamente l’obelisco in questione non è certo l’unico che rechi in tutta Italia, non solo a Roma, testimonianza di quell’epoca -. Esattamente come stanno facendo i terroristi dell’Isis, che hanno distrutto i siti archeologici, le biblioteche e gli antichi e preziosi reperti di Ninive, Mosul, Nimrud. Per non parlare degli oltre 6000 monasteri buddisti in Tibet saccheggiati e distrutti dai comunisti cinesi.
Il furore antifascista in assenza di fascismo della presidente Boldrini non si è però limitato alle opere artistiche e architettoniche del Ventennio ma si è scagliato con ancor più veemenza nei confronti di tutti i siti web “in odor” di nostalgia del periodo, auspicando non solo la cancellazione delle «pagine della vergogna» ma anche una proposta di legge contro l’apologia del fascismo che vuole far approvare prima della fine della legislatura. In quest’ultima disperata e anacronistica caccia alle streghe ha trovato man forte nell’ esponente del Partito Democratico Emanuele Fiano che, appunto, ha presentato in aula a Montecitorio una proposta di legge che chiede l’introduzione dell’articolo 293-bis del codice penale, puntando a punire «chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco». Si tratta dunque di un’estensione della legge Scelba del 1952 e poi della Mancino del 1993 (che comprende anche l’incitazione all’odio e alla discriminazione razziale) che porta il legislatore a contemplare come fattispecie di reato anche gesti individuali come il saluto romano e la diffusione di gadget. Si legge nella proposta che ricadono sotto gli effetti della legge la «produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli» del fascismo e del nazismo punibili con «la reclusione da sei mesi a due anni», con «la pena aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici», come ad esempio Facebook. Nel concreto stiamo parlando di punire chi nei mercatini dell’usato vende per pochi euro oggettistica varia, dai calendari alle tazzine, dai distintivi ai bronzi, foto, medaglie, coppe, tessere. Roba ormai vintage insomma, che poco ha a che fare con la nostalgia o l’apologia e molto col collezionismo. Si tratta inoltre di censurare e punire motti e slogan che appaiono in rete riconducibili al fascismo, molti dei quali nacquero dallo straordinario estro creativo del vate Gabriele D’Annunzio.

Il Monte Giano, in provincia di Rieti, caratterizzato dalla scritta DUX realizzata con gli alberi

Il Monte Giano, in provincia di Rieti, caratterizzato dalla scritta DUX realizzata con gli alberi

Fiano vorrebbe dunque “cancellare” D’Annunzio. E insieme a lui molto altri artisti. Scrittori, poeti, storici ed intellettuali che rappresentano un pezzo di storia culturale del nostro Paese. Ci hanno provato con Indro Montanelli, gambizzato dalle Br, hanno dato dei “fascisti” anche ai profughi istriani. Hanno tentato in tutti i modi, anche molti anni dopo la caduta del Regime, fino ad arrivare ai nostri giorni, ad etichettare come “fascista” – invero di questi tempi spesso associato ad epiteti quali “razzista” e “populista” – chi osasse allora e osi oggi avere una visione diversa dal pensiero unico socialmente e culturalmente accettabile. Cioè quello di sinistra, ovviamente.
Un tipico “reato di opinione”, dunque, quello che si vuole perseguire. Che contrasta irrimediabilmente con un altro principio sancito dalla nostra Costituzione, cioè l’art.21 sulla libertà d’espressione, che dovrebbe essere il pilastro portante di ogni democrazia.
In un’intervista rilasciata dallo stesso Fiano il 6 maggio scorso al sito web del Pd si legge «È indubbio che il fenomeno cresca, anche perché come dicevo trova il terreno fertile di temi attuali, molto sentiti da una popolazione che è più estesa di quella dichiaratamente neofascista. Quando questi gruppi diventano antieuropeisti, sovranisti incontrano persone che si accostano loro perché ne condividono la contrarietà all’euro, lo slogan dell’Europa matrigna, degli immigrati che tolgono lavoro. E così un`ideologia consolidata trova nuovo sfogo». Più chiaro di così: ce lo ha detto esplicitamente chi sono i veri destinatari della legge. I sovranisti e gli antieuropeisti. Come al solito i “fascisti” sono solo immaginari.