Proprio ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto correttivo sui licenziamenti in 30 giorni per i dipendenti pubblici che vengono colti sul fatto a timbrare l’entrata senza ‘trascorrere’ le doverose ore di lavoro in ufficio.

Contemporaneamente le Fiamme Gialle di Sciacca segnalano un nuovo caso di assenteismo all’Ospedale Fratelli Parlapiano di Ribiero. Nel mirino della Guardia di Finanza trentaquattro persone tra medici, infermieri e personale sanitario ed anche quattro consiglieri comunali dell’Agrigentino. I reati contestati sono la truffa ai danni di un ente pubblico e, in alcuni casi, il peculato, l’interruzione di pubblico servizio nonché reati di false certificazioni.

Il provvedimento approvato ieri non cambia praticamente nulla nell’impianto delle uscite sprint per gli illeciti disciplinari individuati in flagranza, ma è stato reso necessario dalla sentenza 251/2016 della Corte costituzionale che ha imposto l’intesa con Regioni ed enti locali per le parti della riforma della Pa relative alle loro competenze. L’ultimo via libera, quindi, è servito per ‘blindare’ le nuove regole, che prevedono la sospensione in 48 ore e il licenziamento in 30 giorni e che senza il correttivo sarebbero state esposte al rischio continuo di ricorsi.

Il dipendente licenziato sarà, sempre secondo la norma, deferito all’autorità giudiziaria per danni all’immagine della pubblica amministrazione. Sanzioni sono previste anche per chi deve far valere la procedura e non lo fa. Per i dirigenti inadempienti si configura la responsabilità civile solo per dolo e colpa grave.

Il provvedimento va letto insieme al decreto con la riforma del pubblico impiego che estende il calendario ultra-rapido a tutti i casi di flagranza degli illeciti punibili con il licenziamento, compresa l’assenza ingiustificata dall’ufficio per più di tre giorni nell’arco di due anni o la mancata ripresa del servizio nel giorno fissato dall’amministrazione.

Tutta la riforma del pubblico impiego, del resto, è percorsa dalla linea rossa di misure ulteriori anti-assenteismo, compresa quella che chiede ai nuovi contratti di fissare sanzioni aggiuntive per le assenze strategiche, in particolare quelle che allungano le festività e i ponti, e di bloccare gli incrementi dei fondi per le risorse accessorie negli uffici in cui gli uffici sono più vuoti in questi giorni critici.

Mentre si focalizza l’attenzione sugli assenteisti ricordiamo che circa 3 milioni di lavoratori interessati nella riforma del Pubblico Impiego attendono risposte certe sul loro futuro, oltre che il solito contentino (aumento medio di appena 85 euro). Inoltre servirebbe anche un doveroso cambio generazionale visto che la ‘popolazione’ dei dipendenti pubblici in Italia è davvero ‘vecchia’.